Cosa sono i PFAS e perché sono importanti per la salute e l'ambiente?
I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) sono una famiglia di composti chimici sintetici che presentano una forte resistenza al calore, all'acqua e alle macchie. Sono usati in molti prodotti industriali e di consumo, come le pentole antiaderenti, i tessuti impermeabili, le schiume antincendio e i rivestimenti per carta e cartone.
I PFAS sono persistenti nell'ambiente e si accumulano negli organismi viventi, compresi gli esseri umani. Alcuni studi hanno evidenziato possibili effetti negativi dei PFAS sulla salute, come alterazioni ormonali, problemi al fegato, al sistema immunitario e alla riproduzione, e aumentato rischio di tumori.
Qual è la situazione dei PFAS in Emilia-Romagna?
In Emilia-Romagna non c'è alcuna emergenza legata ai PFAS. Questo è il risultato del monitoraggio svolto nel 2018 dall'Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell'Emilia-Romagna (Arpae) e coordinato da Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale .
Le analisi hanno riguardato le acque sotterranee e superficiali in 6 diversi punti del territorio regionale, con l'obiettivo di rilevare la presenza di 13 inquinanti. Dai dati è emerso che le acque di falda evidenziano valori abbondantemente al di sotto delle soglie di sicurezza (il valore più alto rilevato è di 0,8 nanogrammi al litro; il massimo consentito è di 30) . Anche le acque superficiali rispettano in gran parte i limiti, con solo alcuni lievi superamenti per la sostanza PFOS (acido perfluoroottansulfonico), comunque di bassa entità .
Il quadro è quindi ben diverso da altre aree del Paese, ad esempio il Veneto, dove i valori riscontrati sono stati oltre mille volte superiori ai parametri di legge . Si tratta di picchi di contaminazione acuta non comparabili con la situazione dell'Emilia-Romagna.
Quali sono le azioni intraprese dalla Regione Emilia-Romagna?
La Regione Emilia-Romagna ha deciso di proseguire il monitoraggio dei PFAS anche nel 2019, mantenendo alta l'attenzione e portando avanti il lavoro svolto sinora. Già a gennaio è partita la nuova campagna di monitoraggio: le attività di studio delle sostanze perfluoroalchiliche sono state notevolmente incrementate, aumentando da 6 a 40 le stazioni di rilevazione compresi quelle sul Po, con analisi dalla frequenza trimestrale.
Inoltre, Arpae Emilia-Romagna è capofila di un progetto internazionale (PaMPER) che vede la partecipazione di Arpav Veneto, Università di Modena, Public Health England e London School of Hygiene and Tropical Medicine. L'obiettivo è la migliore comprensione dei meccanismi d'azione e delle interazioni dei composti perfluoroalchilici e la loro reale pericolosità.
Infine, la Regione ha sollecitato un controllo dell'utilizzo dei PFAS nei cicli produttivi che richiede un aggiornamento della normativa comunitaria, non solo di quella nazionale. In discussione in Senato c'è infatti una norma di legge sulle misure urgenti per la riduzione dell'inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano.
In conclusione
I PFAS sono sostanze chimiche che possono avere effetti negativi sulla salute e sull'ambiente. In Emilia-Romagna non c'è alcuna emergenza legata ai PFAS, ma la Regione continua a monitorare la situazione e a promuovere azioni di prevenzione e ricerca. È necessario anche un intervento normativo a livello nazionale ed europeo per limitare l'utilizzo e lo scarico dei PFAS nei processi industriali.
Comments ()